Il ricco menu, in realtà, è cominciato fuori dal menu: per i soli cuochi ed ospiti, è stato servito un aperitivo a base di Müller Thurgau e pecorino romano, ma non ditelo agli altri undici commensali...
Un paio d'ore più tardi, la tavolata per sedici era imbandita, con la tovaglia di fiandara e le porcellane del servizio buono, sotto la supervisione estetica della padrona di casa.
S'è poi dato il via ufficiale alle danze, secondo la scaletta.
Ecco dunque che sulla mensa si son presentati, a buffet:
salatini al prosciutto
sedano con vinaigrette o formaggio cremoso
grana padano con crema all'aceto balsamico
ciccioli montanari (che "di Pianura" non hanno un granché)
salsiccia passita
e le più classiche delle olive snocciolate.
Finalmente è stata la volta del piatto forte, o per meglio dire dei piatti forti. Han fatto trionfale ingresso, accompagnati da Teroldego Rotaliano e Rosso di Montalcino, nell'ordine:
bucatini alla pancetta sbagliata
(ovvero bucatini alla carbonara di zucchine)
risotto alla Springfield
(meglio noto come risotto allo zafferano e salsiccia)
rigatoni "io speriamo che me la cavo"
(cioè rigatoni alla gricia - al cospetto di una romana de Roma d.o.c.)
pazzatelli puzzoni
(al secolo, passatelli asciutti con gorgonzola e noci)
pasticcio finale
(in realtà, gramigna pasticciata con ragù e besciamella, gratinata in forno).
cioccolatini, fondenti o alla nocciola, fatti in casa
Solo i più prodi sono riusciti ad arrivare incolumi al gran finale, ma poi coi dolci (portati da case altrui, per gentile concessione dei commensali) s'è scatenato l'inferno:
panna cotta, in seguito con caramello
sua maestà il mascarpone
tenerina
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